Platea Palazzo Galeano presenta “DE RERUM NATURA UMANA”, mostra personale dell’artista Vittoria Mazzonis, quarto e ultimo episodio del primo palinsesto espositivo dedicato ai giovani artisti avviato nel mese di giugno con “Trionfo dell’Aurora” di Marcello Maloberti, intervento realizzato in collaborazione con la Galleria Raffaella Cortese di Milano.
“De Rerum Natura Umana” è un’installazione site-specific che occupa organicamente gli spazi di Platea e include una serie fotografica allestita con stampe di diverso formato e componenti di carta che si presentano come grossi rotoli da disegno – superfici che attendono di poter raccogliere nuove annotazioni – o, come le definisce l’artista, “finestre” che abbracciano anche il vuoto, la possibilità cioè di aggiungere nuove visioni alla narrazione proposta.
L’allestimento, ritmato da direttrici longitudinali e verticali, sembra catapultare l’osservatore in una wunderkammer di elementi naturali straordinari che riconducono però a un’indagine che è tutta interiore.
Il progetto espositivo prende forma dopo un lungo periodo di studio e ricerca sul territorio, volto alla raccolta e alla catalogazione di oggetti che sono diventati poi gli elementi di composizioni naturali fantastiche ritratte nelle fotografie esposte, che li documentano con un’attenzione quasi tassonomica.
Il titolo della mostra rimanda al poema didascalico di Tito Lucrezio Caro “De rerum natura”, mutuando dalla fascinazione verso questa opera del I secolo a. C il discorso sulla conoscenza della natura, concentrandosi però sull’umanità, osservata nel fitto e complesso sistema di relazioni che la rende tutta un unico grande corpo.
Questo concetto ritorna in tutta la pratica di Vittoria Mazzonis e si catalizza in un’unica grande ricerca che è alla base di tutto il suo lavoro: l’identità. La scoperta e l’analisi delle proprie origini, l’interrogarsi su quale sia il proprio posto nel mondo, su cosa caratterizzi un individuo e lo renda diverso dall’altro.
Francesca Grossi: L’elemento naturale è il soggetto primo della tua ricerca artistica. Raccontami come nasce il tuo interesse e che tipo di processo creativo si innesca in rapporto a questi elementi.
Vittoria Mazzonis: L’interesse verso questo tipo di soggetto è nato poiché l’elemento naturale, facente parte del territorio nel quale mi trovo a vivere, è il mezzo grazie al quale riesco a colmare un vuoto esistenziale che caratterizza la mia identità. Dapprima con un approccio osservativo, poi tassonomico ed infine artistico, tale indagine si sta sempre di più ampliando, abbracciando materie di studio che spaziano dalla filosofia all’antropologia, dall’ecologia alla biologia. L’elemento naturale è parte fondante della mia costruzione identitaria, è nel confronto con questo elemento altro, esterno dalla mia interiorità, che individuo una chiave di lettura dell’esistenza.
FG: È interessante la relazione tra elemento naturale ed elemento industriale che emerge all’interno delle tue fotografie. Si percepisce una ricerca di equilibro che non appare mai veramente stabile ma il più delle volte precario.
VM: Più che elemento industriale preferisco concepirlo come elemento antropizzato, creato dall’uomo. Nelle mie installazioni cerco di riflettere la mia interiorità. L’elemento naturale, in continuo mutamento, e quello “artificiale” quasi immutevole, si innestano l’uno nell’altro in un equilibrio precario, che però ha una sua delicata e fragile complessità. Un elemento ha bisogno dell’altro, ma i due devono imparare a convivere per poter vivere in una relazione di mutuo scambio.
FG: I materiali utilizzati per il progetto De rerum natura umana provengono tutti dalla provincia di Lodi. Che importanza ha il territorio all’interno delle tue opere?
VM: Il ruolo con il territorio è stato fondamentale non solo per realizzare questa installazione site specific, ma è un elemento cardine della mia ricerca. Questa relazione è necessaria per la costruzione identitaria che sto portando avanti. Un percorso di conoscenza che mi permette di creare dei legami con i luoghi nei quali mi ritrovo a vivere. Questa esigenza è data dalla non conoscenza delle mie origini familiari, un intreccio tra diverse regioni italiane e la regione meridionale spagnola, che non ho mai avuto modo di sbrogliare, un vuoto esistenziale che cerco di colmare attraverso la mia pratica artistica.
FG: Con la tua mostra si conclude il primo palinsesto espositivo dedicato ai giovani artisti. Come hai vissuto questa esperienza in collaborazione con lo spazio Platea Palazzo Galeano?
VM: È stato un percorso formativo a tutto tondo. Sono infinitamente grata a Claudia Ferrari, che si è resa disponibile ben oltre ciò che fosse previsto, per aiutarmi nella ricerca e nella realizzazione del lavoro, dandomi preziosi consigli sulla disposizione del territorio lodigiano. Inoltre, potermi continuamente confrontare con personalità come Marcello Maloberti, Carlo Orsini, Francesca Grossi è stata un’esperienza umanamente molto importante, oltre che dal punto di vista lavorativo.
BIO
Vittoria Mazzonis è nata a Torino nel 1997. Laureata in Pittura e Arti Visive presso la NABA, Milano, attualmente studia allo Iuav di Venezia. La sua opera è fortemente influenzata dal pensiero filosofico e dalla letteratura. La sua ricerca prende avvio dal concetto di identità, intesa come origine, luogo di appartenenza. Si esprime attraverso l’uso della fotografia, l’installazione scultorea e l’utilizzo di elementi naturali, sempre presenti nei suoi lavori, insieme a molteplici riferimenti autobiografici.
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Platea Palazzo Galeano:
Corso Umberto 46, Lodi, 26900
Platea Project:
Via Maddalena 3, Lodi, 26900 (aperto solo su appuntamento)
email: info@platea.gallery
whatsapp: +39 351 149 8258